Coffee Defenders: un documentario per dare speranza

Johana è una giovane donna colombiana che durante il conflitto armato delle FARC ha perso tutto, ma che poi ha vissuto una rinascita con l’intenzione di riprendere in mano la sua vita e di reagire per i suoi figli. Era fermamente decisa a continuare a vivere nella sua comunità, nella terra fertile e incontaminata della regione di coltivazione del caffè Meta, ai piedi delle Ande, dove nel 2013 il governo colombiano ha concesso a famiglie contadine come quella di Johana appezzamenti di terra precedentemente utilizzati per coltivazioni illegali.

Insieme ad Alexandra Roca, fotografa e reporter, che si batte per i diritti delle donne e sostiene i movimenti a favore delle comunità indigene, Johana è la protagonista di Coffee Defenders: un percorso dalla coca al caffè, documentario che Lavazza ha seguito in collaborazione con il regista Oscar Ruiz Navia, una delle figure più autorevoli del cinema contemporaneo colombiano.

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Alexandra e Johana avevano una missione: portare una delle piante di caffè che Johana coltiva da Meta, Colombia, a Cartago, Costa Rica. Qui inizia il viaggio attraverso la regione di Meta, in Colombia, costellata di piantagioni di coca ma dove il caffè è diventato simbolo di cambiamento e riscatto. Le coltivazioni destinate al caffè oggi rappresentano la conferma della forza della volontà dell’uomo di cambiare, un valore da tutelare e difendere. Spinta dalla speranza e dalla convinzione incrollabile in un futuro migliore, Johana è rinata lavorando per la sua nuova e fiorente azienda agricola di caffè e racconta una storia di emancipazione fatta di donne e coraggio.

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Le due protagoniste hanno attraversato luoghi e culture, incontrando persone che, come Johana, vivono ogni giorno il dramma della guerra ma anche della rinascita che può derivarne. Gli obiettivi erano responsabilizzare i coltivatori di caffè, affrontare le sfide rurali della Colombia, guidare i talenti delle nuove generazioni di coltivatori di caffè, prendere decisioni che migliorano la produttività e affrontare nuove sfide.

“In quel periodo la gente coltivava cocaina”, ricorda la nostra protagonista, Johana. “Avevo paura, ma alla fine mi sono detta: “Torno indietro, perché questa è la mia terra e non posso abbandonarla. Non importa se vogliono uccidermi, che lo facciano, ma devo tornare a casa.”